PIETRE LAVORATE ED ARCHITETTURA NEI PAESI LIMITROFI
Nei paesi limitrofi, specialmente a Frigento e a Vallata, vi sono dei portali e delle facciate di case che hanno un indubbio valore artistico e che vale la pena guardare ed esaminare per un utile raffronto.
A Carife, contrariamente a quanto succedeva negli altri paesi della Baronia, pochi in passato hanno voluto fare sfoggio di benessere, di ricchezza o del proprio “status” sociale, facendosi costruire case imponenti o architettonicamente significative. Questa caratteristica del Carifano è riscontrabile anche nelle tombe del cimitero vecchio, quasi completamente distrutto dal terremoto del 1980. Siamo stati insomma meno esibizionisti e meno esteriori o di…facciata rispetto ai conterranei della Baronia.
In questa zona il paese che ha saputo conservare meglio il proprio centro storico ed il proprio patrimonio architettonico è sicuramente Vallata, patria di molti scalpellini e, soprattutto, meno danneggiata di Carife dal terremoto del 1980.
Un accorto ed attento lavoro di restauro conservativo ha fatto il resto. Qui poche furono le abitazioni crollate e le demolizioni non furono selvagge, come spesso si verificò altrove o quando non si trattò solo di sgombrare le macerie, come successe qui a Carife. Stando però alle testimonianze raccolte anche a Vallata molti portali finirono in discarica o furono svenduti per qualche spicciolo agli manti ed appassionati di questo tipo di manufatto.
Ecco alcuni esempi significativi di ciò che è stato fatto proprio a Vallata:
MONUMENTI ERETTI ALLA CROCE NEI PAESI LIMITROFI
Nei paesi della Baronia non mancano i monumenti eretti in onore della Santa Croce, verso la quale la devozione è stata sempre grandissima.
Su uno dei lati è scolpita la figura di San Sossio, protettore del paese. Si racconta che le quattro figure di angeli scolpite sugli angoli furono decapitate dal brigante Schiavone, che se la intendeva con una donna del luogo. La testimonianza si trova nei documenti redatti nel 1863 dal “Giudice Regio di Montecalvo Irpino”, che processò il brigante e la sua convivente, tale Filomena Pennacchio. Il Brigantaggio era molto diffuso nella nostra zona e si acuì ulteriormente dopo l’unità d’Italia.
LE FONTANE IN PIETRA DELLA BARONIA
Ovviamente in Baronia non potevano mancare le fontane, alle quali il popolo attingeva l’acqua necessaria.
L’epigrafe recita: “SOSSIO MARTIRE PROTEGGE QUESTO POPOLO DAL CIELO: PERCIO’ IL SIGNORE LOFFREDO SARA’ RICORDATO DEVOTO SULLA TERRA – ANNO DEL SIGNORE 1612. O VIANDANTE PASSANDO OLTRE GUARDATI DALL’AFFRETTARTI ASSETATO: LA CONDOTTA DOLCEMENTE SCORRE D’ ACQUA CHE CONGELA”.
Come detto in precedenza il nostro paese non ha mai sfoggiato troppo benessere, e forse per il passato più che a sembrare ha voluto badare ad essere. Alle Fontanelle fu portato un filo d’acqua sorgiva che era stata captata dal Dott. Paolo Salvatore e incanalata fino ad una vecchia e semplice vasca, che fungeva anche da abbeveratoio. Qui molta gente veniva ad attingere l’acqua per gli usi potabili, perché considerata “leggera”. Il posto in cui sgorgava, nel vallone delle “Fontanelle”, fu poi occupato dalla discarica. Un’altra fontana/lavatoio in Via Fontana Nuova è stata di recente restaurata ed è stato ricavato un bel piazzale con arredo urbano. Quella del Giuliano, circondata dai rovi, versa in totale stato di abbandono dopo aver dissetato per secoli i nostri antenati.
PORTALI IN PIETRA A CARIFE
Uno dei portali più antichi di Carife, sicuramente tra i più belli, è stato recentemente ricollocato in Piazza San Giovanni. Apparteneva a Saura Giovambattista ed è datato 1747.
La chiave (detta a Carife “serraturo”) rappresenta un mascherone (forse una Gorgone/Medusa) che doveva avere il compito di proteggere la casa, terrorizzando e allontanando gli spiriti maligni. Prima che Giovanni Forgione (soprannominato “Tenente-Brigadiere”), padre di Paolino il pasticciere, emigrasse per gli Stati Uniti era il portone d’ingresso del Bar da lui gestito, successivamente passato a Simone Giuseppe Luigi (“Muzzichicchio”), gestore al momento del terremoto del 23 novembre 1980.
Si tratta di un portale ampio e massiccio.
Di questo portale, più massiccio degli altri, ci sembra opportuno offrire due particolari che lo rendono particolarmente interessante ed affascinante:
Altri portali interessanti si trovano nel Palazzo CIAMPONE/DE BIASI.
Lungo Via Addolorata si trova il portale più massiccio del Palazzo, abbellito da sculture di animali immaginari. Questo portale è stato varcato continuamente e per decenni dai coloni che portavano grano, vino olio, capponi, primizie a titolo di fitto per i terreni di proprietà Ciampone/De Biasi.
In questa casa hanno abitato proprietari terrieri, medici, magistrati e professionisti che hanno fatto onore al loro paese di origine.
Altri due palazzi di Carife hanno dei portali interessanti: Palazzo GRIMALDI e Palazzo ADDIMANDI.
Nel palazzo Grimaldi, professionisti affermati e proprietari terrieri, ha dimorato PIETRO ANTONIO GRIMALDI, uno dei Podestà di Carife durante il Fascismo.
Il Palazzo è stato abitato da Don Alfonso Addimandi Avvocato e proprietario terriero, imparentato con i Pelosi di Frigento. I figli, tutti professionisti noti ed affermati, lavorano altrove facendo onore al loro paese di origine.
Abbiamo avuto modo di dire, in precedenza, che a causa dei ripetuti terremoti le case di Carife ed i relativi portali hanno subito gravi danni, e molti finirono a discarica nel Vallone dei Pali o dietro i muri di sostegno del Villaggio della Rinascita o sotto le platee dei prefabbricati. Altri, forse i più belli, finirono altrove o emigrarono “furtivamente” verso i paesi vicini.
In particolare, dopo il terremoto dell’agosto 1962, molti portali non furono più riutilizzati e ricollocati in opera: al loro posto furono impiegate delle sottili e sicuramente bruttissime lastre di marmo di vario tipo, che non avevano assolutamente nulla di artistico e non mostravano il lavoro certosino dello scalpellino. Molti portali di conseguenza sparirono o furono venduti per poche lire ai furbetti di turno, che in questo paese non sono mancati mai, quando non provenivano da altri paesi.
Il sig. Pasquale Primavera ha raccontato che un suo antenato aveva venduto per poche migliaia di lire un bel portale ad un acquirente, che avrebbe voluto utilizzarlo per la propria casa in costruzione; non avendo però a disposizione lo spazio necessario per metterlo in opera, lo aveva abbandonato. Successivamente il nostro amico Pasquale lo ha ricomprato a caro prezzo, perché era un ricordo di famiglia e lo ha riutilizzato, facendolo restaurare, per la casa ricostruita in piano di zona, a seguito del terremoto del 1980. Il figlio Michele (da tutti chiamato “Bobetto”) ha utilizzato, in Via San Marco, un bel portale ricevuto da un cittadino di Carife a titolo di pagamento di fitto, per avergli consentito l’utilizzo a deposito di un locale di proprietà della famiglia.
Molti altri portali giacciono qua e là per il territorio comunale: a qualcuno manca la chiave, a qualche altro manca uno zoccolo, ad un altro ancora manca un pezzo dell’arco.
Presso gli antichi Romani il Dio TERMINUS (TERMINE) era la divinità che presiedeva ai confini. In nome di questa divinità si sono disputate guerre e liti private, che hanno condotto l’uomo ad ammazzare o semplicemente ad usare la violenza nei confronti di un altro uomo: è successo così anche qui a Carife, purtroppo assai spesso. Un tale, che evidentemente la sapeva lunga, aveva affermato: “I guai per l’umanità iniziarono il giorno in cui un uomo recintò un pezzo di terreno e disse: questo è mio!”