LE PIETRE RICORDANO, PARLANO, RACCONTANO, TRAMANDANO
TRADUZIONE
“QUESTO ALTARE ERETTO A DIO ONNIPOTENTE IN ONORE DELLA SANTISSIMA IMMACOLATA CONCEZIONE BEATA MARIA VERGINE E’ STATO INSIGNITO DI PRIVILEGIO QUOTIDIANO PERPETUO E LIBERO (Per celebrare Messe) A SUFFRAGIO DI TUTTI I DEFUNTI NEI CONFRONTI DI QUALUNQUE SACERDOTE IN VIRTU’ DI UNA BREVE DISOSIZIONE DI PAPA BENEDETTO XIV IL GIORNO 4 OTTOBRE 1751 ED E’ STATO DESIGNATO DAL MINISTRO GENERALE DELL’ORDINE (Francescano) IL GIORNO 10 APRILE DEL 1753”.
L’iscrizione evidentemente era collocata in origine su un altare al quale fa riferimento, indicandolo chiaramente con l’espressione “ALTARE HOC” (Questo altare). A seguito del restauro però è stata improvvidamente e sconsideratamente inserita nel muro di sinistra dell’unica navata del Convento, depauperato nel frattempo anche dell’organo, del pulpito, di un confessionale e del simbolo francescano delle mani che abbracciano la croce sul petto. Sono andati distrutti, per incuria, anche i vestimenti dei Fratelli della Congrega e i manoscritti presenti in chiesa (Qualcuno ha riferito che sono stati addirittura bruciati): Un altro cospicuo frammento di storia carifana se n’è andato…in fumo!
Più avanti vengono riportate le immagini di tutti gli altari ed altarini delle Chiese di Carife.
Sullo scalino della porta, che consente di accedere dalla Chiesa alla Cappella del Santissimo, c’è una iscrizione sulla quale si legge su di una riga ORDASCUS, una X e a destra una M; sulla seconda riga sono leggibili le parole IULO, CRUCIS e A.D. 1818 (?).
Si tratta evidentemente di un’ iscrizione riutilizzata come scalino e non è possibile, allo stato attuale, interpretarla, perchè oltretutto è mutila ed è stata cancellata dal continuo calpestio.
Si riesce a leggere D.O.M. ( DEO OPTIMO MAXIMO – A DIO OTTIMO MASSIMO), A. D. 1870 (ANNO DEL SIGNORE 1870) e qualche lettera qua e là: Lo scalpellino non ha avuto pietà alcuna…e un altro pezzo della nostra storia è andato via.
La lapide è collocata su una delle pareti della torre del Municipio. Prima del tremendo terremoto del 23 novembre 1980 essa era collocata sul prospetto principale della vecchia sede del Comune, demolito per i gravissimi danni subiti.
Presentiamo a questo punto una serie dei portali ancora presenti a Carife. Ovviamente, per motivi di spazio, non tutti troveranno posto: ce ne scusiamo con i proprietari dei portali dimenticati o sfuggiti.
Tutti comunque possono sempre inviare le foto per la pubblicazione su questo sito e possono muovere anche critiche, suggerire emendamenti o aggiunte e correggere eventuali errori di interpretazione commessi da chi scrive.
NOTA BENE: Di ogni portale viene riprodotta anche la chiave o “Serraturo” e, quando è possibile, il nome del proprietario ricavato dalle iniziali su di esso incise e la data riportata. Se si nutrono dubbi si colloca un punto interrogativo tra parentesi (?).
I PRINCIPALI PORTALI DI CARIFE
Il bel portale è perfettamente completato da uno splendido portone in legno massello di castagno, ed è frutto del lavoro di uno dei tanti bravi falegnami che hanno lavorato in passato a Carife, quasi tutti appartenenti alla famiglia Manzi, che sono stati valenti artigiani.
La casa appartenne a ROCCO PAOLO SALVATORE, fratello di Filomena che quest’anno compirà 105.
Infine Lungarella Pasquino, ultimo proprietario in ordine di tempo, l’ha venduta ad un napoletano.
Il motivo della Croce sul mondo fra stelle è comune a molti dei portali di Carife.
La casa è dotata di ingressi anche sulla sottostante Via Sant’Anna. Una delle due porte è dotata di un portale più ampio rispetto ai due che si affacciano su Via Melina, ex Via Sant’Angelo. Il Sig. Giovanni Carsillo, marito di una delle eredi di Salvatore Gaetano, ha riferito che i portali furono opera di uno scalpellino di Frigento.
Come detto in precedenza il motivo della croce sul mondo fra stelle è piuttosto ripetitivo.
In questa casa abitò Don Giocondo Santoro, proprietario terriero.