L’antico campanile della Chiesa Collegiata San Giovanni Battista di Carife torreggiava una volta ad Est della stessa, sul fianco sinistro: un fulmine lo colpì il 23 Maggi1888 lesionandolo gravemente, tanto che nel 1908 , poiché era collabente e pericolante, se ne rese necessaria la demolizione. Ora in quel sito, nel muro che sostiene il piccolo piazzale davanti alla Canonica, sono visibili solo labili tracce di quel campanile.
L’Amministrazione Comunale dell’epoca, in una riunione consiliare presieduta dall’Avvocato Pasquale Santoro, in sostituzione del Sindaco Angelo Raffaele Gallichio, “impedito”, discusse della ricostruzione del Campanile.
E’ utile ricordare che l’Avv. Santoro, che in seguito sarebbe diventato Notaio, era il padre del compianto Dott. Antonio, valente ginecologo da poco scomparso a Roma, ed era fratello di Don Giocondo, a lungo magistrato.
Angelo Raffaele Gallicchio, “impresario di opere pubbliche”, fu ripetutamente Sindaco e Consigliere comunale di Carife nel primo ventennio del secolo scorso: a lui tra l’altro va il merito di aver realizzato il progetto dell’acquedotto delle Bocche, che portò l’acqua nel paese a cavallo degli anni 1923/1924.
In data 7 Giugno 1910 un terremoto provocò gravi danni anche a Carife, fortunatamente senza vittime, e fece quasi crollare la torre sulla quale era collocato l’orologio pubblico, sui “Fossi”.
Il Consiglio Comunale si occupò una prima volta del campanile e del pubblico orologio con una deliberazione adottata il 21 Aprile del 1911. Leggiamo il verbale:
“L’anno millenovecentoundici il giorno ventuno di Aprile, il Consiglio Comunale legalmente convocato si è riunito nelle persone dei Signori:
- Santoro Avv. Pasquale
- Ciriello Antonio
- Caruso Giuseppe
- Forgione Antonio
- Gallicchio Rocco Paolo
- Mirra Vito
- Santoro Michelarcangelo
- Saura Salvatore
Assenti:
- Gallicchio Angelo Raffaele
- De Biasi Pietro
- De Biasi Raffaele
- Di Ianni Angelo Raffaele
- Infante Rocco
- Loffa Lorenzo
- Salvatore Prof. Rocco
Assiste alla seduta il Segretario Comunale Signor Grande Clemente. (Clemente Grande era nato a Zungoli il 3 Ottobre 1871 ed era diventato Segretario effettivo presso il nostro Comune il 1° Maggio 1896; era cognato degli Avvocati Pasquale e Giocondo Santoro, avendo sposato la loro sorella Angelina il 19 Febbraio 1898: quando le cose si facevano…in famiglia, n. d. r.).
Leggiamo la deliberazione
Riconosciuto che il numero dei Consiglieri intervenuti è sufficiente per la legalità delle deliberazioni il Signor Santoro Avv. Pasquale, Assessore Anziano, funzionante da Sindaco, pel Titolare impedito nell’assumere la Presidenza, dichiara aperta la seduta ed invita il Consiglio a deliberare sul seguente OGGETTO:
Approvazione del progetto per la costruzione della torre del Campanile e pubblico orologio, danneggiato dal terremoto 7 Giugno 1910 – Domanda di sussidio allo Stato.
Il Sindaco Presidente espone:
a. Che il terremoto del 7 Giugno 1910 sventuratamente fece crollare la torretta del pubblico orologio e che il Campanile di questa Chiesa Madre nel 1908 fu demolito, a spese dello Stato, perché pericolante e non è stato finora riedificato;
b. Che per economia di spesa, si è venuto nel divisamento di far costruire un nuovo Campanile e sulla torre dello stesso sopraelevare un’altro (sic!) piano per situarvi l’orologio, giusta come appare dall’apposito progetto, in data 18 andante, redatto con molta precisione dall’Ing. Agronomo Sig. De Gennaro Alfonso;
c. Che dal computo metrico e dalla stima dei lavori risulta che la spesa occorrente è di £ 18.515,42 per le spese previste e di £ 1.984,58 per l’impreviste, importo del progetto, direzione ed assistenza, in totale £ 20.500,00, attribuendosi tale spesa per due terzi (£ 13.666,70) pel campanile ed un terzo (£ 6.833,30) per la ricostruzione della torre dell’orologio pubblico;
d. Che per quest’ultima spesa questo Comune ha diritto in conformità dell’art. 9 del Regolamento 9 Ottobre 1910 n. 870, per applicazione della legge 13 Luglio 1910 n. 467 concernente provvedimenti a favore dei Comuni colpiti dai terremoti del 1909 e 1910, al sussidio del 50 per cento, cioè £ 3.416,50;
e. Che il Reverendo Abate di questo Comune, Signor Salvatore Benedetto, per la ricostruzione del Campanile, ha fatto offerta spontanea in contanti di lire 2.000, e, trovasi già fatto un ammanimento (sic!) di materiali, di mattoni, pietre e pezzi di travertine (sic!) per un ammontare di circa lire quattromila
f. Che conseguentemente la totale spesa sarà soddisfatta:
- Con l’offerta spontanea dell’Abate £ 2.000
- Con l’ammanimento cui innanzi £ 4.000
- Con sussidio dello Stato £ 3.416,50
- Con offerte spontanee del popolo di Carife £ 11.083,50
IN TOTALE £ 20.500,00
g. Che volendo veder effettuato il progetto in parola, è necessario appaltarsi i lavori relativi a privata trattativa, al Rev.do Abate Benedetto Salvatore, come quegli che ha maggiore e più vivo interesse di veder ricostruito il Campanile, e, nella certezza che quest’ultimo rilasci apposita dichiarazione di non poter muovere pretese o giudizii contro questa Comunale Amministrazione nel caso che l’ammontare delle offerte volontarie del popolo non venisse corrisposta e riscossa nelle previsioni, cui innanzi.
Il Consiglio, intesa la dettagliata esposizione del Signor Presidente e facendo proprie le proposte di quest’ultimo, ritenuto necessario, per economia di spesa, costruire contemporaneamente il Campanile e la torretta del pubblico orologio, opere necessariissime ed improrogabili, e la mancanza dell’orologio in ispecie vien lamentata giustamente, con serio malumore di questi cittadini; considerato non consigliabile ricostruire il Campanile e la torretta del pubblico orologio sui vecchi ruderi per la poca solidità dei sottosuoli; visto la legge 13 Luglio 1910 n. 467 e relativo Regolamento 9 Ottobre successivo n. 870, a pieni voti delibera:
1. Approvarsi il progetto del 18 Aprile 1911 redatto dall’Ing. Agronomo Signor De Gennaro Alfonso di Vallata per la costruzione della torre del Campanile e pubblico orologio, da edificarsi a ridosso della Chiesa Madre ad Ovest, utilizzandosi per l’altezza di circa 12 metri, due mura della Chiesa stessa di sufficiente spessore e solidità;
2. Domandarsi al Ministero dei Lavori Pubblici in conformità dell’art. 9 del Cennato Regolamento, il sussidio di £ 3.416,50, corrispondente tale somma al 50% della spesa per la ricostruzione sul Campanile della torre del pubblico orologio, abbattuta dal terremoto del 7 Giugno 1910;
3. Appaltarsi i lavori in parola, come nel cennato progetto e a trattativa privata all’Abate di questo Comune Rev.do Salvatore Benedetto, il quale assumerà l’obbligo di far fronte alla totale spesa di £ 20.500,00,
a. Con la sua offerta spontanea di £ 2.000,00
b. Il compiuto ammonimento di £ 4.000,00
c. Il sussidio dello Stato di £ 3.416,50
d. Offerte spontanee del popolo di Carife di £ 11.083, 50
IN TOTALE £ 20.500,00
4. Farsi obbligo al cennato Abate Salvatore, col relativo contratto di appalto, di non poter muovere lamenti e giudizii contro questa Comunale Amministrazione nel caso che venissero a mancare in tutto o in parte le offerte spontanee di questi cittadini, così come sono state innanzi preventivate, rimanendo ad esclusivo suo obbligo ricostruire il Campanile e mettere a posto il pubblico orologio.
Il Consiglio Comunale dovette ritornare sull’argomento cinque mesi dopo.
Leggiamo la deliberazione adottata il giorno 23 Settembre 1911:
OGGETTO: Concorso dello stato nella spesa occorrente per la ricostruzione del campanile.
Il Consiglio considerato che il 23 Maggio 1888 il Campanile di questa Chiesa Madre, colpito da fulmine , rimase gravemente lesionato e, andando man mano accrescendo tali lesioni, nel 1907 per ragioni di tutela ed incolumità pubblica, ne fu eseguita la demolizione, a cura di quest’Amministrazione e col sussidio ricevuto dal Ministero dell’Interno e da quello di Grazia e Giustizia; che ebbe per imprescindibile volere e necessità di questi cittadini, fu fatto redigere progetto in data 11 Aprile 1911, dall’Ing. Agronomo Signor De Gennaro Alfonso di Vallata (L’Ing. De Gennaro era costantemente presente sul Comune di Carife, che gli commissionava gran parte degli incarichi progettuali, n.d.r.), ammontante a £ 20.500,00, per la ricostruzione di detto Campanile; che tale spesa non può del tutto sopportare questa Comunale Amministrazione per mancanza assoluta di fondi, e per le disastrose condizioni finanziarie in cui versa, e né è consigliabile, specie negli anni che corrono, istituire nuove tasse, essendo già molto inaspriti gli animi di questi cittadini per l’attuale aggravio dei centesimi addizionali e della onerosa ed insopportabile tassa fuocatico. Né è il caso di poter contrarre apposito mutuo, avendo questo Comune impegnata tutta la sovrimposta per l’indispensabile alimentazione idrica (era stato contratto un mutuo per la costruzione dell’acquedotto delle sorgenti Bocche, n.d.r.). Il solo Stato può venire in aiuto a questo disgraziato Comune, mediante adeguato sussidio da parte del Ministero dell’Interno, prelevandolo dal fondo ordinario della Beneficenza, e dal Ministero di Grazia e Giustizia con fondi delle dipendenti Amministrazioni del Fondo Culto e dell’Economato dei Benefizii vacanti di Napoli. Considerato che questa Chiesa è Collegiale numerata , giusta la Bolla di erezione in data 1° Luglio 1741. Quantunque non sia di patronato o di proprietà demaniale, l’Amministrazione del Fondo Culto è obbligata, usufruendo delle rendite che si rimangono in suo potere dopo il decesso dei Canonici beneficiati, di custodire e mantenere tanto l’edificio, per l’esercizio del Culto, quanto gli oneri inerenti ed accessori; che se non si provvedesse a tanto, anche in minima parte, il Fondo Culto verrebbe a percepire una rendita senza l’onere di fronteggiare le spese, messe giustamente a suo carico dalla stessa legge di soppressione, la quale fu informata a giusti e retti principii; Che non può mettersi in dubbio che il Campanile sia un edificio necessario per il Culto e sarebbe superfluo enumerarne le ragioni; che d’altra parte è grave il generale malcontento che serpeggia e va di giorno in giorno aumentandosi in questa popolazione, che non vede costruito l’edifizio del Campanile, indispensabile in ogni Comune, tanto più che in cima ad esso dovrà piazzarsi il pubblico orologio, che venne smontato, i cui pezzi trovansi ora in una cassa polverosa in un sottano di questa Casa Comunale (Corsi e ricorsi della storia: le condizioni dell’orologio smontato dopo il terremoto del 1980 non sono molto differenti…n.d.r.). E’ doloroso quindi constatare che questo Comune, che pur fa parte del Civile Consesso umano dei nuovi tempi, non abbia il campanile ed il pubblico orologio. Si ha fiducia perciò nell’aiuto dello Stato che, come ha il sacrosanto dovere di proteggere gl’interessi materiali di noi cittadini, così incombe ad esso l’obbligo di venire qualche volta in aiuto, anche finanziariamente, ai Comuni bisognosi che, a loro volta, costantemente contribuiscono il suo incremento di tutela e di progresso.
Ad unanimità delibera: farsi caldi ed incessanti voti:
A S.E. il Ministro dell’Interno, perché voglia concedere a pro di questo Comune, per la ricostruzione del Campanile, adeguato sussidio, da prelevarsi dal fondo ordinario di Beneficenza;
A S.E. il Ministro di Grazia e Giustizia affinchè disponga, per la medesima causale la concessione di altri distinti sussidi da prelevarsi dai fondi delle Amministrazioni del Fondo Culto e dell’Economato Benefizii vacanti di Napoli”.
Si tratta indubbiamente di un’appassionata e documentata difesa del nostro “disgraziato Comune” e delle ragioni del suo Campanile.
Nel mese di Maggio del 1913 il Consiglio Comunale adottò un provvedimento con il quale vendeva il rudere della vecchia torretta dell’orologio al “signor Pezzano Napoleone di Paolo”.
Leggiamo l’atto deliberativo:
OGGETTO: “Vendita della vecchia torretta del pubblico orologio, distrutta dal terremoto del 7 Giugno 1910″.
Il Consiglio, considerato che per effetto del terremoto del 7 Giugno 1910 la torretta, di proprietà di questo Comune, su cui trovavasi il pubblico orologio, venne distrutta quasi completamente, per modo che si è determinato piazzare detto orologio sulla parte ultima del Campanile attualmente in costruzione, e per tale sopraelevazione in più si è chiesto ed ottenuto dallo Stato, come da comunicazione fatta dal Sotto Prefetto, con nota del 31 Marzo 1913 n. 1878, il sussidio di £ 2.800 in forza della legge 13 Luglio 1910 n. 467, rappresentante il 50% sull’importo della perizia di £ 5.600, redatta dall’Ing. Cavaliere Alfonso De Gennaro; che per quanto innanzi è detto la vecchia diruta torretta del pubblico orologio non necessita più a questo Comune, e nè sarebbe adatta ad altro uso pubblico per cui si ravvisa conveniente venderla al Signor Pezzano Napoleone di Paolo, che ne ha fatto richiesta, come da analoga domanda del 25 Marzo 1913, offrendo il prezzo di £ 425,00; considerato che il prezzo offerto è di gran lunga superiore al valore dell’immobile in parola, essendo stato determinato in sole £ 226,00, come da perizia elevata dal geometra Iacoviello Francesco e presentata dal Pezzano suddetto; Considerato che nel bilancio 1912 venne a calcolo piazzata all’art. 17 la somma di £ 500,00, da ricavarsi dalla vendita della ridetta torretta, senza l’obbligo d’investire tale ricavato in rendita pubblica, per la considerazione, come il Consiglio ritenne col precedente deliberato del 12 Maggio 1912, relativo al Bilancio suddetto, debitamente approvato dall’Ill.mo Signor Sotto Prefetto il 22 Maggio 1912 n. 2923, che non trattasi di una vera alienazione di patrimonio, bensì di trasformazione, pel fatto che questo Comune, oltre del sussidio cui innanzi deve erogare altre £ 2.800,00 e conseguentemente della spesa di £ 5.600 per la costruzione dell’ultima parte del Campanile, ove dovrà piazzarsi il pubblico orologio. Ad unanimità delibera:
1. Vendersi, cedersi e trasferirsi al Signor Pezzano Napoleone, per il prezzo di £ quattrocentoventicinque, la diruta vecchia torretta del pubblico orologio, sita alla strada Monastero, confinante con casa di Forgione Antonio, di Pezzano Paolo, Loffa Agostino e vicoletto strada Monastero;
2. E’ dato incarico al Sindaco di stipulare analogo contratto di vendita col detto Pezzano, dopo l’approvazione del presente atto da parte dell’Onorevole Giunta Provinciale Amministrativa”.
In quegli anni, ed anche nei successivi, centinaia di suoli furono venduti o dati in enfiteusi ai cittadini ed anche la Congrega di Carità, destinataria del lascito testamentario del Canonico Addimandi, fece altrettanto. Il sistema usato per l’attribuzione fu, a volte, quello dell’incanto con il sistema della candela vergine.
Molti cittadini, in questo modo, si impadronirono di suoli o appezzamenti di terreno strategici e molte delle proprietà comunali o della Congrega finirono nelle mani dei soliti già grossi proprietari terrieri, che erano anche gli amministratori del Comune e degli Enti di Beneficenza, ad iniziare dalla Commissione Amministrativa Comunale di Beneficenza, soppressa dai Savoia dopo l’unità d’Italia per diventare Congrega di Carità; la Congrega fu addirittura sciolta dal Re Umberto I con Regio Decreto n. 1017 dell’8 Settembre 1870 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno n. 246 del 16 Ottobre 1889), su segnalazione, rapporto e proposta della Giunta Provinciale Amministrativa di Avellino, che ne proponeva lo scioglimento “per riparare ai danni arrecati al patrimonio delle pie istituzioni da quella amministrate…con disordine ed irregolarità persistenti”.
In seguito fu ricostituita e dilapidò anche l’ingente patrimonio lasciato con testamento olografo del 26 Giugno 1875 dal Canonico Pasquale Addimandi, che ammontava ad una rendita di asse ereditario pari a oltre 100.000 (una somma davvero ingente a quei tempi). In periodo fascista l’assistenzialismo fu affidato all’Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.) ma le cose non andarono meglio…Per non parlare poi dei due Monti Frumentari esistenti a Carife: quello fondato, con lascito testamentario nel 1884 da Francesco Pezzano, la cui struttura esiste ancora, destinato a dare la dote alla fanciulle povere, e quello sotto il titolo di San Rocco, diventato poi Cassa di Prestanza Agricola, sotto il controllo del Banco di Napoli. Francesco Pezzano fece costruire a sue spese l’altare maggiore del Convento di San Francesco.
Ma veniamo al nostro campanile.
Il 4 Dicembre del 1914 il Consiglio Comunale, presieduto dal Sindaco, il Farmacista Giovanni Giangrieco di Rocco Paolo, eletto proprio nel mese di Luglio di quello stesso anno, ritornò sul problema del Campanile e deliberò sulla “Nomina della Commissione per raccogliere le offerte per l’erigendo Campanile”.
Poiché i soldi a disposizione ancora non erano sufficienti per realizzare l’importante opera, ancora una volta il popolo di Carife era chiamato a contribuire, come aveva già fatto generosamente in passato per la ricostruzione della Chiesa dopo il terremoto del 1732 e per la sistemazione dell’acqua delle “Fontanelle” e per il lavatoio pubblico della Fontana Nuova.
Leggiamo l’atto deliberativo:
“Il Consiglio, Considerato che urge nominare una Commissione coll’incarico di raccogliere le offerte di questi cittadini, chiedere conto dell’entrata ed uscita alla vecchia Commissione (ce n’era già una nominata in precedenza, nd.r.) e provvedere su quanto necessario perché quest’opera pubblica, qual è il Campanile, venga al più presto attuata; considerato che per non far sorgere inutili quisquillie (sic!) conviene mantenere in carica anche i vecchi Componenti della prima Commissione e solo bisognerà ai medesimi aggiungere altre persone che godono la fiducia nel paese perché insieme si cooperino di meglio disimpegnare l’incarico a loro affidato; ad unanimità delibera: la Commissione per raccogliere le offerte e quanto altro occorre per l’erigendo Campanile di questa Chiesa Madre è così costituita:
1. GiangriecoDottor Giovanni – Presidente
2. ContardiAvv. Michele
3. Santoro Avv. Giocondo
4. SalvatoreDottor Paolo
5. PrimaveraCanonico Antonio
6. SalvatoreAbate Benedetto
7. De BiasiDottor Pietro
8. GallicchioAngelo Raffaele
9. Flora Rocco
10. Caruso Giuseppe fu Leonardo
11. Manzi Giovanni di Rocco
12. SalvatoreMichelarcangelo
Il compito di Segretario della Commissione fu affidato al Sig. Forgione Vincenzo fu Antonio, scrivano presso il Comune di Carife.
Come ben si vede dall’elenco i membri di questa Commissione rappresentavano “il fior fiore” dei benestanti, dei professionisti e dei potenti di questo nostro paese, non solo a quei tempi.
Il nostro Campanile però fu comunque ricostruito ed inaugurato: correva l’Anno del Signore 1912…
La contabilità finale fu però aggiornata ed approvata solo il 16 Febbraio 1925: forse c’era stata di mezzo la guerra del 1915/18 e si erano accumulati anche ritardi nell’ottenimento delle somme necessarie.
DEMOLITA LA SACRA TORRE ORMAI IN ROVINA
IL POPOLO LA ERESSE IN UN LUOGO PIU’ SICURO
ANNO DEL SIGNORE 1912
Nel 1952, per celebrare il suo 25° anno di sacerdozio, l’Abate Don Vincenzo Tedeschi, volle dare un più degno e consono coronamento architettonico alla parte sommitale del Campanile, che fu sopraelevato con una struttura in cemento armato. Forse fu proprio questo ulteriore appesantimento della struttura a causare i danni che, a seguito del terremoto del 23 Novembre 1980, ne procurarono il collasso e la conseguente inevitabile demolizione degli ultimi due dati. Sono tuttora vivi e vegeti alcuni concittadini che lavorarono a sopraelevare il campanile: Il falegname Eugenio Manzi e il muratore Rocco Santoro (“Giacint”), allora apprendista. Ad eseguire i lavori fu un imprenditore edile di San Nicola Baronia.
Per la messa in sicurezza del Campanile, che si era paurosamente inclinato verso la Chiesa, fu creato un barbacane di cemento, eliminato solo da qualche anno, a seguito del consolidamento definitivo effettuato alla torre campanaria, ultimato solo da un paio d’anni.
Nel frattempo le campane sono state meccanizzate ed il loro movimento è comandato da motori e schede elettroniche…e i giovani non fanno più a gara per salire la tortuosa scala interna, fatta costruire sempre dall’Abate Tedeschi, per raggiungerle e suonarle…di santa ragione e gioiosamente, con la forza delle braccia in tutte le occasioni, ma specialmente quando usciva la processione di San Rocco.
Molti provano grande nostalgia per quei tempi in cui c’era più solidarietà…e rimpiangono quel campanile, da cui a tutti giungeva la voce dell’anima rappresentata dai rintocchi delle campane, che scandivano anche il lento ma inesorabile scorrere del tempo: molti di noi han giocato e sono cresciuti alla sua ombra, mentre altri si son portata nel cuore la sua immagine svettante e familiare in ogni parte del mondo; oggi sembra che gli abbiano messo a copertura…un semplice cappello/berretto (a Carife si direbbe uno “scazzetto”); per giunta sulla sommità del campanile è stata collocata anche un’assai orrenda antenna televisiva…con buona pace della Soprintendenza ai Beni Architettonici.
Un paio d’anni fa, su sollecitazione ed iniziativa del Dott. Domenico Fabiano, cardiologo in Caracas (Venezuela), si formò ufficiosamente un Comitato composto da persone che si proponevano di dare al nostro campanile un completamento architettonico più decoroso. L’idea era quella di ridare alla nostra torre campanaria i due livelli demoliti a seguito del disastroso terremoto del 1980, ricorrendo a materiali leggeri e a tecniche moderne. I fondi necessari sarebbero stati procurati mediante una pubblica sottoscrizione e con il coinvolgimento del Comune, interessato a ricollocare sul Campanile anche il pubblico orologio, che era di sua proprietà.
Furono avviati anche i primi passi in questa direzione da parte dell’Ing. Rocco Orlando, che si impegnò a presentare uno studio di fattibilità tecnica ed architettonica del progetto. Le intenzioni erano davvero ottime… ma appena si seppe che le priorità della Parrocchia erano ben altre il comitato, così com’era sorto, spontaneamente si sciolse e non se n’è più parlato.