Le Pasquinate 36-44

PASQUINATA N.36

Lo han decretato dalla sera alla mattina:
l’acqua a Carife costa quasi quanto la benzina!
Lo ha deciso qualche giovin pivellino,
senza andar a Vallata, da San Vito Pellegrino.
Parlando veramente con gran creanza,
qui per tutti son grossi mal di panza!
Dalle tasche già vuote il nostro pensionato
deve cacciar soldi se il Comune vuol salvato.
Se per strada scopa un po’ di più Silvino,
è giusto pagar l’acqua quasi più del vino?
Se son strette le mutande e vuoi fare il bidè,
di euro ne dovrai sborsare almeno tre.
Se sudato sei e vuoi far poi la doccia,
l’acqua devi pagar mezzo euro a goccia.
Se poi le scarpe ai piedi senti strette…
per lavarteli di euro te n’occorron almeno sette.
Vale poi oro quanto pesa la nostra spazzatura:
lo dicevan tutti ch’era un’altra bella fregatura!
Chi raccoglie l’umido certo ha fatto un affare…
noi invece abbiam altre bocche da sfamare!
Col pretesto d’evitar forse il Commissario,
ora ogni cittadin sale triste sul Calvario:
come sempre, per salvare il nostro Bel Paese…
è il salassato cittadin a sostener le spese.
Or pedali forte chi ha voluto questa bicicletta
e stia ben attento ad usare la bacchetta:
per tutti noi qui val la legge del Menga:
chi lo sente a quel posto ora se lo tenga!
Se di tutto questo or tu non sei contento,
alle prossime usa meglio…lo tuo strumento!
Chi volle andar da solo alla tenzone elettorale
pensi agli errori suoi e non faccia altro male!
A denti stretti or mi domando in tutta onestà,
non era forse meglio pensare alla mobilità?
Ci han rimesso l’I.C.I. e pur con gli interessi
e a pagar le spese son sempre li cittadini fessi!
E’ finito il tempo de le vacche grasse,
e altro non si fa che aumentar le tasse!
Or lo dico a tutti, a labbra molto strette:
mancheranno i soldi per pagare le bollette!
Se in giro Carife conta poco… o forse niente,
non è certo colpa della cecata gente…
Meglio meditar sotto gli ombrelloni,
sperando che schiattino Bonaiuti e Berlusconi!
Per evitar che cresca ancora lo sgomento,
non parliamo di Parcheggio e Monumento!
Or che queste cose ha tirato in ballo…
Pasquin s’aspetta un altro cartellino giallo.
E’ ora di parlar di qualche nostro fortunato,
a sfrascar alberi sul Monte da poco qui chiamato;
lo puoi vedere anche da lontano:
fa segnal di fumo, quasi fosse un Indiano…
S’abituerà assai tosto, come i precedenti,
a riposar fra gli alberi, appoggiato agli strumenti?
Lasciate ogni speranza, o voi che pensate…
che qui le cose sarebbero poi cambiate!

PASQUINATA N. 37

O voi che del Comun varcaste le bramate porte,
per mendicate preferenze o ironia della sorte,
perché or buttate, ingrati, ne la vostra pattumera
chi vi portò a galla del Novanta a Primavera?
Del passato la storia a Carife conoscon tutti
e la gente non ha negli occhi due prosciutti!
Pasquin ne la sua panza ha molti rospi digerito
ma non dimentica quei che l’han tradito…
Loffredin vivi tranquillo e più non ti crucciare,
chi critica non vuol certo amministrare:
Loffredin mio caro, il Duca non è Silvio il Cavaliere:
le critiche accetta quando queste sono vere.
Pasquin solo una mano ha voluto dare:
se vengono altre voglie siede e se le fa passare.
Vorrebbero li cittadin il giardino tutto l’anno
e non che alla beffa s’aggiungesse pure il danno.
San tutti che Silvino usa bene lo scopino,
ma pria a scopar Carife bastava uno spazzino.
Chi usurpa poi de l’acqua la primogenitura…
ha memoria corta e cervello non gli diede la natura
Mentre ai Paesi Bassi fai tranquillo un bel bidè,
ricorda che qui tanti non la pensano come te!
Nessun dubita de l’impegno de’ quattro giovincelli:
francamente s’aspettavan tempi ancor più belli.
Godi garzoncello presuntuoso: altro dirti per or non posso,
chi tu sia ancor non so, ma ti mostro il cartellino rosso!
Canta intanto solitario sul monte il cucùlo…
Lui cocciuto avanza e scalcia al par d’un mulo.
Per evitare al fin che si prenda una brutta piega,
Pasquin spegne per ora la luce e di tutto se ne frega!

PASQUINATA N.38

Ben oltre il mezzo del cammin di mia vita,
per scovarti mi tocca sfogliar… la margherita?
Loffredin mio caro, figliol di non so cui,
non t’accorgi che viviamo tempi così bui?
Qui ormai più non regna l’armonia fra la gente:
ognun pensa a li casi sui… conta il resto poco o niente;
abbiam sepolto da tempo pure la Cultura,
e la cosa a digerirsi è davvero molto dura.
Qui sovrana regna del potere l’arroganza:
a questo pensa, lascia in pace di Pasquin la “panza”!
Uscite dalla stanza dei bottoni…senza aver pretese,
scendete dal piedestallo e parlate a noi del Paese!
Loffredin, dolcezza mia, ti dico in maniera assai sincera:
qui tutti sanno chi è nato “cervo a primavera”…
Non condivido quel che dici con stentata rima…
ma anch’io ti rispetto e ricambio la tua stima.
Tacevano prima i Balanzone, gli stregoni e gli sciamani
e tutti volentieri qui offrivano le loro mani…
E’ bello veder di tante opere la lunga lista:
son utili solo alle imprese e a qualche progettista;
han fatto la carica dei centouno per l’appalto,
un esercito venne a la pietra pizzuta a dar l’assalto.
Questo, Loffredin bellezza mia, fai finta di non vedere,
ma credo sia utile a la cecata gente far sapere:
cosa resterà di tanto di Carife all’economia?
Fiumi di soldi ci sfiorano e vanno ancora via…
E’ bello in riva al mar seguir gli aquiloni,
sperar in un mondo migliore…senza Berlusconi!
Sotto l’ombrellone è bello ascoltare il mare…
senza far niente…com’è dolce sognare,
correre a piedi nudi come un piccolo monello,
che vuol travasare il mar col suo piccolo secchiello.
Sugli scogli col canto ti ammaliano le Sirene,
il sangue pulsa sempre più caldo nelle vene…
Lavorano i forestali… forsennati a più non posso:
sperano d’esser pagati…non spolpati fino all’osso!
O mia dolce Sfinge, è voce libera Pasquino:
è abituato a dire pane al pane e vino al vino.
Ricordati che Pasquin non canta alla riscossa…
ma non ha ammainato ancor la sua bandiera rossa!
Bellezza mia, Pasquin non può andar in panchina,
ed è uomo libero fin da quando s’alza la mattina;
questa non è solo una semplice sortita:
Pasquin tifa per quei che per Carife giocano la partita.
Mentre discutiam per dare agli Angeli un sesso,
l’Italia diventa sempre più…uno sporco cesso!
La cecata gente gode quando volano le offese…
anche se non sa più com’arrivar a fine mese.
“Per correr miglior acqua” Pasquin alza le sue vele,
ad altri il compito di tessere misteriose tele…
Lontan da l’acque perigliose, infide e profonde,
cazza la randa, vira al largo e più non ti risponde.
Il disturbo Pasquin toglie ed or si leva al fin di torno:
domani, dopo tutto, sarà un altro giorno.
Per colmar due righe, ti confermo sul mio onore…
qui davvero anche Oliver può fare l’Assessore!

PASQUINATA N. 39

Or che so chi sei sono molto più sereno,
ma di ridere a crepapelle non posso far a meno:
Loffredin, bellezza mia, tu sei proprio fesso…
nulla contavi prima e meno ancora conti adesso!
Non dimandar a lo specchio de le tue brame
se sia Giorgino il più bravo del reame…
Facemmo quattro liste e a lacerar non è bastato:
or s’è aggiunto perfino il buon Renato…
e per non esser da meno del pasticcione Cimabue…
pure di San Rocco n’abbiamo fatti due!
Qui ci son cavalli, magari anche più di ieri:
quei che mancan ora son…li veri cavalieri!
Il paese è di certo più pulito e nessun lo nega,
ma troppi sono ancor quei che non fanno una sega.
Si raccoglie a singhiozzo la “monnezza”
e le isole ecologiche son proprio ‘na schifezza!
Cerca Silvin la portulaca con la sua carretta,
aspetta le due… senza aver alcuna fretta.
Per l’immondizia qui paghiam più che a Milano…
e noi poetiamo ancor in un pessimo Italiano.
Vaga triste intanto il disoccupato forestale,
e più d’un si dedica a cacciare il cinghiale…
son rimasti sol li vecchi al solito lavoro:
riposar all’ombra e chiacchierar fra loro.
Sempre per non smentir l’errante Cimabue,
facciamo una strada… ma ne scassiamo due.
Per buona sorte, forse, più non piove nel parcheggio:
ci vuol l’ombrello al Cimitero… e questo è anche peggio!
Per entrar poi nel nostro bel Museo
dobbiam forse aspettare il prossimo Giubileo (2025!).
Gira intanto senza casco chi dovrebbe dar l’esempio
e per noi tutti è davvero un grande scempio.
Se Sindaco e Segretario finiscon in tribunale…
lo sfizio di pochi a tutti noi porta male;
era cosa sacrosanta la demolizion de le Casette:
avremmo eliminato catapecchie malsane e strette.
Avevamo un partigiano come Presidente,
ci ritroviamo un puttaniere, o mia brava gente…
Un consiglio vi dà Pasquino, proprio terra terra:
fate “bunga bunga” e lasciate star la guerra!

PASQUINATA N. 40

Fece senator il suo cavallo Caligola il Romano,
volle imitarlo il nostro re Napolitano:
elevò all’alta carica un simpatico ronzino,
tecnico saccente, alle banche assai vicino.
Se Vespasiano imperator tassò perfin li cessi…
Monti chiamò a pagar sol li già noti fessi!
O Super Mario, della casta difensore da strapazzo,
tassi i soliti e ci stai rompendo il cazzo…
Politici corrotti, porci in brago, cercano donzelle
e molti se la fanno con zoccole e puttanelle!
C’è chi ha cambiato più volte la casacca,
e non perde il vizio di cacciare…la pucchiacca.
Con i nostri soldi compran case e diamanti…
a difender lor privilegi son pronti tutti quanti:
da noi a rubar son bravi bianchi e rossi…
ed or ci si è messo pure il nordista Bossi.
Non arriva intanto a fine mese il cittadin tapino
e c’è chi rischia il posto dalla sera al mattino…
di raggiunger la pension or nessuno è più sicuro,
e miseri pensiam tutti dei figli al futuro;
solo in Italia si verifica un fatto molto raro:
a chi ha prodotto i guasti or chiediamo il riparo!
Han sbagliato a destra e a manca proprio tutti,
ma il cittadin non ha agli occhi due prosciutti:
state perciò attenti, ve lo diciamo chiaro…
non siam disposti a perdere Filippo e lu panaro!
Se continuate a cantar le solite canzoni…
ve la farem pagare alle prossime elezioni!

PASQUINATA N. 41

Sol me n’ andavo un dì in cerca di cicoria,
pensavo alla salute e alla recente storia:
chi dice che per Carife conduce la sua lotta,
è bugiardo e pensa solo alla pagnotta!
Non può certo riempir la testa di cultura…
chi ad altro pensa e più del mulo ce l’ha dura.
Questa di certo è della favola la morale:
qui comandar vuole chi men di tutti vale!
Da tempo, è risaputo, uno solo è il potente…
gli altri non valgono o contano poco o niente.
A Bengodi a corte va chi vuole il Sovrano:
a chi più gli piace concede la sua mano;
qui nessun s’oppone e non si muove foglia…
se vuoi esser Sindaco fatti passar la voglia!
Ci caricheranno presto di tasse e di balzelli,
tanto poi a pagar saranno sempre quelli!
Un popolo affamato più non fa rivoluzioni…
or denuda le chiappe e si mette a pecoroni.
A tutti è evidente, in questa brutta fase,
che Carife è paese di seconde case.
Qui, senz’esser del sociale grande esperto,
or siamo in un triste ospizio… a cielo aperto!
Ben lo sa da tempo della Vita l’Associazione…
che ha imparato molto bene la canzone.
E’ inutile imprecar alla cattiva sorte…
se il capannon di te è assai più forte.
Purtroppo lo mondo sovente è fatto a scale:
c’è chi scende e chi contento in alto sale.
Se la vita ti riserva brutte fregature,
oggi tocca a te, domani … invece pure.
Qui già in troppi han cambiato la maglietta,
potevano almen riflettere, senz’ alcuna fretta:
Che diranno or li suoi fedeli cittadini,
mentre corre, frettoloso, nelle braccia di Casini?
La fretta è sovente ben cattiva consigliera:
ciò che pensi al mattin… arrivi almeno a sera!
In giro si vedon uomini che sono poco seri…
mancano le palle, son falsi e non son veri.
Abbiam persino la prima donna Assessore,
e tutti speriam che fra noi cresca l’amore!
Or dicci tosto, novello Pietro da Morrone,
continuerai la lotta o lascerai la tenzone?
In Italia la politica s’è di molto imbastardita:
l’interesse di qualcun ad altri complica la vita.
Se a seminar odio si continua a più non posso,
usciremo mai da questo profondo fosso?
Diciamo a chi è a metà del suo mandato:
chi vuol il ben di Carife sempre…sia lodato!
Vi esortiamo a non commetter la scemenza…
di valutar la gente sol per qualche preferenza!
Sarebbe di sicuro molto grave la iattura…
se Carife avesse poi… un’altra bella fregatura.
Se questo poi è il nuovo che qui s’avanza…
amici, credetemi, mi vien già il mal di panza.
Caro concittadin frescone più non ti crucciare,
comandano i “tecnici” e più non devi fiatare!
Pasquin, amico mio, metti a freno la tua bocca:
l’elettor pesciolino, come sempre, poi abbocca.

 

PASQUINATA N. 42

Non fate saper al nostro amato Presidente
che qui anche Oliver può fare il dirigente…
Mentre tiriam la cinghia e siamo tutti a dieta
fai carriera senza laurea e sei pure analfabeta.
Taglia Monti altrove i troppo cari dirigenti…
una volta tanto noi tutti siam contenti!
Ognun ne la sua stanza, chiamalo pure fesso,
risolve poco e dirige sol se stesso.
A Bengodi c’è chi soffre e c’è chi sciala,
chi non lavora e chi fa soldi con la pala…
Cambiano i musicanti, la musica è la stessa,
la nostra Carife vale bene una messa!
Pagano TARSU ed IMU li cittadini pecoroni,
fra poco gireranno con le toppe ai pantaloni.
I servizi son scadenti, li paghiamo a caro prezzo,
ma questo lo sapete, almeno da un bel pezzo.
Si regalano soldi a tutti a gran profusione,
mancano quelli per aggiustare un lampione.
Troppo spazio hanno presuntuosi ed arroganti,
si fa politica nei bar, li rompono a tutti quanti.
Per noi questo non è certo un bel momento…
ma oggi solo questi ci passa il convento.
C’è chi porta l’acqua al suo villino,
tanto poi a pagar è sempre il cittadino!
Carife oggi cade a pezzi e va in rovina…
ed è sporca la sera… quanto la mattina.
Aveva talento per le vie Silvin a scopare,
se al posto suo l’Irpinia dobbiam chiamare;
più non basta un angelo in saporita compagnia:
parlano molto… se puliscono qualche via!
Frenetico è l’andirivieni nelle case popolari:
c’è chi le occupa e chi vi sistema i suoi cari.
Chi torna all’ovile, dalla sera alla mattina,
ha un premio…ma non c’è rosa senza spina!
Qui la Piazza ormai non è più la stessa:
se ti puoi sedere…ringrazia la Contessa.
Ha deposto l’arco l’Amazzone guerriera
ed or prende in fitto anche una Neviera!
Pensa a li casi sui e beve camomilla…
chi dovrebbe parlar e far scoccare la scintilla.
Non ci vuol Othelma o la zingara per sapere…
che già si fanno grandi manovre di potere.
Invecchia intanto il Museo e dorme la cultura,
ma per i nostri questa non è mica una iattura;
vuoi veder che c’entrano ancora i dirigenti,
sempre ingordi, incapaci e incompetenti?
Non basterebbe “Striscia” per questa triste storia,
punteggiata da ritardi e…vuoti di memoria!
La crisi è tragica e travaglia tutto il mondo…
abbiam paura di non aver toccato il fondo!
La rabbia in corpo sale ormai a tanti:
vi mandiamo a quel paese tutti quanti!

 

PASQUINATA N. 43

All’ombra dell’ulivo, in Piazza San Giovanni,
trascorron senza storia i nostri migliori anni…
A piantarlo ultimi siam stati in Baronia…
e speriam che tra noi riporti presto l’armonia!
Piantammo in piazza l’albero della pace,
e già si sa che non a tutti esso piace:
d’elezion già senti il bubbolìo lontano,
la notte è nera e non vedi volo di gabbiano.
Molti son quelli che avanzano pretese…
ma il popolo chiede il bene del paese!
C’è chi a questa malattia è diventato immune…
altri compiranno i cent’anni sul Comune?
Mentre ognun va solo per la sua via,
il paese è diventato…una piccola Scampia!
Sarebbe di tutti di Carife la Montagna,
per qualche montanaro è solo una cuccagna:
ognun taglia e va con trattore e motosega,
chi dovrebbe vigilar di tutto se ne frega.
Voi, gentili donzellette, se volete scaldar la fregna…
a caro prezzo dovete comprar la legna;
se vai per funghi incontri furibondi cani,
scampanellano le vacche tra mosche e tafani;
se poi t’infraschi o vai in camporella,
sarai in compagnia d’una belante pecorella.
Nel paese di Bengodi ognun fa quel che vuole…
e si guarda storto il cittadin che se ne duole.
Or ci hanno spento pur l’amato Berlusconi…
molti altri ancor vadan fuori dai maroni!
Il rapinato cittadin… mugugnando paga la sua tassa,
mentre la “Casta” se la gode, ride e se la spassa.
Ruba, godi, arraffa tutto ciò che puoi,
tanto Merlo a Ciaruolo tutti porta prima o poi!

 

PASQUINATA N. 44

Se la gode Re Giorgio ne la sua magione:
anche stavolta sarà uno scherzo la tenzone!
Già sale il vicolo a dimandar lo suo fido paggio,
se metter subito le trombe o aspettare Maggio.
Intanto gira in Mini la nostra bella Principessa…
cerca di capire se la gente sia sempre poi la stessa:
tende l’0recchio e aguzza forte la sua vista…
cerca di scovrir chi stavolta scenda in pista.
Han nicchiato per cinque anni bevendo camomilla,
quei che dicon ora d’aver del genio la favilla:
già vedi sguardi complici, teneri ed ammiccanti,
e in giro ti salutan, affettuosi, tutti quanti.
Qualcun a te s’accosta con fare riguardoso…
sol di saper se sai di liste si mostra curioso.
Già tramano nell’ombra i soliti tromboni:
suonano sfiatati sol in tempo d’elezioni.
Da più d’un ventennio siede in trono il Sovrano…
è tutto merito lor, che gli han dato una mano.
La crisi è grave assai, è cosa da tutti risaputa…
eppur qui vogliono tutti…la pietra pizzuta…
Se di pretendenti ci sarà sempre uno stuolo…
vinceranno sol quando Merlo…porta tutti a Ciaruolo!
D’esser Sindaco poi a qualcun passerà la voglia
sol quando, fra cent’anni, del Ciel varcherà la soglia.
Mentre il Grillo ciarla e Renzi con i tagli impazza,
qui sforbiciar possiamo…sol gli alberi de la Piazza.
Hanno le paturnie e son bizzosi parecchi consiglieri,
succede oggi…quel che succedeva ieri.
Intanto rantola ed è ormai moribondo il paese…
possiam sperare in meglio fra poco più d’un mese?